Sradicare la povertà assoluta e la fame: azioni e progetti delle ong europee

È disponibile online la pubblicazione “Sradicare la povertà assoluta e la fame“, curata da Matteo Lazzarini, con un mio contributo su Azioni e progetti delle ONG a livello europeo(pp.119-130). Il libro è parte della collana “I Percorsi dello Sviluppo“, iniziativa editoriale della Regione del Veneto in collaborazione con l’Università di Padova – Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi internazionali.

INTRODUZIONE
Il 2015 è un anno fondamentale per lo sviluppo sostenibile globale e l’eliminazione della povertà. La comunità internazionale è chiamata, infatti, a rispondere in maniera decisiva alle principali sfide odierne: eliminare la povertà, perseguire uno sviluppo inclusivo, garantire e promuovere diritti umani e valori fondamentali. La Terza Conferenza Internazionale sul finanziamento dello sviluppo in Etiopia a Luglio 2015 e il Summit delle Nazioni Unite per l’adozione del programma di sviluppo post-2015 a New York a settembre, rappresentano i principali appuntamenti durante i quali si fisseranno i nuovi obiettivi da perseguire, in riferimento alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: sociale, economica, ambientale. L’implementazione di un programma di così ampia portata è una sfida complessa, che richiede uno sforzo d’insieme della comunità globale. L’Unione Europea rappresenta uno degli attori principali nel processo di definizione del futuro quadro di sviluppo globale e, non a caso, con la Decisione n. 472/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014, è stato proclamato il 2015 come Anno Europeo per lo Sviluppo. Con la comunicazione sul “Partenariato Globale per l’eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile dopo il 2015”, la Commissione Europea ha, altresì, individuato una serie di principi fondamentali e di componenti volti a:

  • Garantire un ambiente politico favorevole e propizio, sia a livello internazionale che nei singoli Paesi;
  • Mobilitare l’uso efficace delle finanze pubbliche internazionali, sostenendo che il finanziamento pubblico internazionale continua ad essere una parte importante delle risorse complessive disponibili per i paesi in via di sviluppo. E rispondendo all’invito del Segretario Generale delle Nazioni Unite, la Commissione si prefissa, inoltre, di raggiungere l’obiettivo di impegnare lo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo (RNL) per l’assistenza allo sviluppo;
  • Stimolare il commercio quale fattore chiave per la crescita inclusiva sostenibile e dello sviluppo, in coerenza con l’attuazione dell’Accordo di Bali;
  • Guidare il cambiamento attraverso la scienza, la tecnologia e l’innovazione tecnologica, in grado di generare cambiamenti profondi in un periodo relativamente breve di tempo.
  • Sfruttare gli effetti positivi della migrazione, una delle più potenti e immediate strategie per la riduzione della povertà.

Nel contesto prettamente interno, invece, l’Unione Europea deve far fronte alle problematiche di 122,6 milioni di persone nell’UE – ovvero il 24,5% della popolazione in accordo con i dati Eurostat 2013 – a rischio povertà o di esclusione sociale. Quasi il 10% della popolazione si è trovato nel 2013 in stato di deprivazione materiale grave. Sebbene il principale strumento dell’UE per sostenere l’occupabilità, combattere la povertà e promuovere l’inclusione sociale, resti il Fondo Sociale Europeo (FSE) – a cui sono destinati 86 miliardi di Euro per il periodo 2014-2020 – sono state prese a livello europeo delle misure per chi soffre di forme estreme di povertà o per chi, essendo fuori dal mercato del lavoro per varie ragioni, non può beneficiare delle misure del FSE.
Nel 2014 è stato lanciato il Fondo per il sostegno europeo agli indigenti (FEAD) dal valore di € 3,8 miliardi in termini reali per il periodo 2014-2020, con lo scopo di rompere il circolo vizioso di povertà e di privazione, fornendo assistenza non finanziaria ai cittadini più vulnerabili dell’UE, ad esempio a coloro che sono stati più colpiti dalla crisi economica e sociale in corso. Il Fondo si concentra sull’assistenza materiale a coloro che soffrono le più gravi forme di povertà – tra cui la privazione del cibo, assenza di fissa dimora e privazione materiale dei bambini. L’assistenza fornita dal Fondo può includere cibo, vestiti e altri beni di prima necessità per uso personale (come scarpe e sapone), nonché le azioni che favoriscono l’integrazione sociale.
Una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, è rappresentata dalla Piattaforma Europea contro la povertà e l’esclusione sociale. Progettata per aiutare i paesi della UE a raggiungere l’obiettivo principale di far uscire 20 milioni di persone dalla povertà e dall’esclusione sociale, la piattaforma è stata lanciata nel 2010 e rimarrà attiva fino al 2020. (…)

Il testo integrale dell’articolo è disponibile su RG (click)