Google cambia le norme sulla Privacy: è bufera internazionale

Dal 1° marzo 2012 è entrata in vigore la nuova normativa sulla privacy e sui termini di servizio di Google, l’azienda di Mountain View che offre servizi online dal 1997. Google ha eliminato oltre 60 diverse norme sulla privacy in tutti i servizi che offre, per sostituirle con una normativa unica. Dal suo blog, il colosso americano ammette il desiderio di “creare un’esperienza d’uso che sia meravigliosamente semplice e intuitiva per tutti i servizi Google”. Nato come un motore di ricerca, Google oggi è il sito web più visitato del mondo che offre numerosi servizi come Gmail per la posta elettronica, Calendar per i nostri appuntamenti, ma anche Blogger, Maps, il nuovo social network Plus, il browser Chrome, Youtube e tanti altri servizi. L’entrata in vigore di queste nuove norme sulla privacy sta suscitando diverse perplessità tra gli utenti e tra le istituzioni che vogliono chiarezza su come Google raccoglierà ed utilizzerà le informazioni.

COSA CAMBIA –  Google raccoglie i dati in due modi: forniti dall’utente quando crea un account  (nome, e-mail, numero telefonico, numero di carta di credito, etc. ) e dati raccolti dall’utilizzo dei loro servizi da parte dell’utente. Google spiega quest’ultimo punto passando al condizionale con i vari “potremmo”, che lasciano abbastanza dubbi. Dunque, Google potrebbe: memorizzare le informazioni relative al nostro computer e linea telefonica, compreso il numero di telefono e associare quest’ultimo all’account dell’utente; memorizzare le query di ricerca – ovvero tutto quello che cerchiamo su Google -, informazioni sul numero di telefono come ora e durata delle chiamate ed SMS, il nostro indirizzo IP e addirittura la nostra posizione attuale tramite GPS. In che modo Google utilizzerà i nostri dati? Principalmente “per visualizzare risultati di ricerca e annunci più pertinenti” – dicono da Google – che assicura, a parole, trasparenza e libertà di scelta. Una delle ultime parti del documento è dedicata a come verranno condivisi i nostri dati da Google. L’azienda di Larry Page e Sergey Brin dice di non fornire i dati personali a società, organizzazioni e persone che non fanno parte di Google, ad eccezione di alcuni casi (tra cui con il consenso dell’utente). Sostanzialmente i nostri dati personali finiranno nelle mani di tutti i partner commerciali di Google (che sono miliardi) e di tutti gli utenti registrati (40 milioni solo su Google+). Non è da sottovalutare che Google fornisce (questa volta senza condizionale) i dati personali alle aziende affiliate o ad altre aziende o persone “fidate” (è scritto nei termini), sebbene non è detto che aziende e persone “fidate” per Google, lo siano per gli utenti.

I DUBBI DELL’UE – Durissima la dichiarazione fatta a BCC Radio 4 dal commissario alla giustizia europea Vivane Rending che ha accusato Google di non aver rispettato le leggi dell’Unione Europea. “Chi offre servizi ai consumatori dell’Unione europea deve seguire le regole europee per la protezione dei dati” – ha dichiarato Rending. “E’ essenziale – ha poi aggiunto – che i consumatori sappiano esattamente come vengono processati i loro dati personali. E’ per questo che nella riforma delle regole sulla protezione dei dati le aziende devono garantire che le loro policy sulla privacy siano scritte in linguaggio chiaro, di ogni giorno”, invitando l’azienda Google Inc. a rinviare l’introduzione della sua policy finché sarà in contrasto con le norme europee.  “La protezione dei dati personali- ha detto Rending a conclusione del suo intervento- è una regola base dell’Unione Europea: è scritta nei trattati. Non è una possibilità, è un dovere”. La legge violata sarebbe la direttiva europea sulla protezione dei dati (95/46/Ce) come scrive la Commission nationale de l’informatique et des libertés (Cnil)  che osserva  “per un utente medio è impossibile capire le norme e l’uso dei dati raccolti da Google e fa crescere i timori su quali siano le vere pratiche di Google”.

GOOGLE SPIONA? Dal punto di vista strettamente informatico non si possono negare gli enormi passi avanti fatti dall’azienda di Mountain View soprattutto in materia di innovazione, a vantaggio sia dell’utente medio che del nerd. Google, però, è stata additata dalle più grandi aziende informatiche come Apple e Microsoft che la accusano di aver spiato i loro utenti aggirando le policy sulla privacy, tracciando le loro abitudini, o meglio: le nostre. Cosa succederà? Il 22 marzo prossimo ci sarà una riunione dei Garanti europei della privacy che discuteranno principalmente del caso Google, mentre il Presidente degli States Obama  ha avviato un piano per la protezione dei dati dei consumatori. Gli utenti della rete, intanto, chiedono tutele maggiori, anche se alcuni non perdono occasione per pubblicare e condividere ogni minuto di vita privata sui vari social network.